Bøger af Arturo Colautti

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  • af Arturo Colautti
    96,99 kr.

    "Per questo ragionatore proclive al paradosso, la bellezza altro non poteva essere che una superficie: il coperchio splendido di un’urna immonda. Quali seduzioni avrebbero potuto vincere un uomo, che nei seni opulenti indovinava la chimica umana, e nei volti purissimi scopriva i segni della putredine finale? Elena stessa non avrebbe sostenuto indenne siffatta vivisezione" ...Già al momento della sua prima uscita a puntate, nel 1883, "Fidelia" scandalizzerà i benpensanti e solleverà un piccolo marasma, a causa di un’ardita commistione fra sentimenti dolorosamente romantici e descrizioni, tanto morbose quanto brutali, dell’anatomia umana. Protagonista del romanzo è Paolo Speraldi, un medico abbastanza attempato che, per salvarla da povertà e tubercolosi, sposa la bellissima Fidelia, figlia di un garibaldino. La trama si evolve drammaticamente in un crescente disgusto della ragazza per il marito, da lei giudicato inetto e frigido. Il suo disprezzo per il rispettato medico raggiungerà un punto di non ritorno dopo il fugace incontro con un forestiero di passaggio...Arturo Colautti (1851-1914) nasce a Zara da una famiglia italo-francese. A soli diciassette anni inizia a svolgere attività giornalistiche, fondando ben due giornali (Il Progresso, La Leva). Dopo aver prestato servizio di leva nell’esercito austro-ungarico ed essersi laureato alle università di Vienna e Graz, dedica alcuni anni alla direzione di riviste a sfondo irredentista, optando poi per l’esilio volontario in Italia. Stabilitosi dapprima a Padova e poi a Milano, nel 1885 arriva a Napoli, dove assume la direzione del Corriere di Napoli e collabora con molte altre riviste. Considerato fra i più importanti esponenti dell’irredentismo dalmata, Arturo Colautti ha scritto opere molto apprezzate, fra cui "Il figlio" (1894), "Fidelia" (1896) e "Il terzo peccato" (1902).

  • af Arturo Colautti
    73,99 kr.

    "Il figlio", pubblicato da Arturo Colautti nel 1914, racconta il rapporto complesso, tormentato, fra Enea De Liberi – giovane capitano di marina ambizioso, che ha già girato il mondo in lungo e in largo, e il padre Paolo Emilio, vecchio artista lunatico e alcolizzato. Cedendo alle suggestioni freudiane, tanto in voga, all’epoca, il romanzo si sviluppa come un vero e proprio processo di disvelamento, esplicitando, via via, i misteri che si celano dietro alla figura oscura del vecchio. Un romanzo viscerale, carico di pathos e di tensione, che si chiuderà in un crescendo di dramma e follia.Arturo Colautti (1851-1914) nasce a Zara da una famiglia italo-francese. A soli diciassette anni inizia a svolgere attività giornalistiche, fondando ben due giornali (Il Progresso, La Leva). Dopo aver prestato servizio di leva nell’esercito austro-ungarico ed essersi laureato alle università di Vienna e Graz, dedica alcuni anni alla direzione di riviste a sfondo irredentista, optando poi per l’esilio volontario in Italia. Stabilitosi dapprima a Padova e poi a Milano, nel 1885 arriva a Napoli, dove assume la direzione del Corriere di Napoli e collabora con molte altre riviste. Considerato fra i più importanti esponenti dell’irredentismo dalmata, Arturo Colautti ha scritto opere molto apprezzate, fra cui "Il figlio" (1894), "Fidelia" (1896) e "Il terzo peccato" (1902).

  • af Arturo Colautti
    73,99 kr.

    Carlo è un giornalista squattrinato, dipendente di una rivista specializzata in opera. Il suo compito è quello di recarsi a teatro per assistere ai provini di incantevoli aspiranti cantanti e incitare alcune di esse previo accordo con l’editore, per "creare un’opinione pubblica". Le ragazze si susseguono sul palco, ma solo Noemi è in grado di attirare la sua attenzione. Per lei, Carlo perderà la testa e tra i due nascerà una passione che lo spingerà persino a mettere in pericolo la sua stessa carriera...Arturo Colautti (1851 – 1914) è stato uno scrittore, librettista e giornalista italiano. Nato a Zara, in Dalmazia, esordisce da giovanissimo come fondatore delle riviste "Il progresso", "La leva" e "Rivista dalmatica" e in seguito diviene direttore dell’"Avvenire". Intorno al 1880, viene esiliato nel Regno d’Italia, dove entra in contatto con personaggi di spicco nell’ambiente letterario dell’epoca, come Gabriele D’Annunzio e Giosuè Carducci, e inizia a collaborare con grandi testate, tra cui il "Corriere della sera". Tra i principali scritti di Colautti ricordiamo il romanzo postumo "Primadonna" e il libretto d’opera "Fedora" di Umberto Giordano.