Bøger af Alfredo Pitta
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73,99 kr. Donna in un mondo di cavalieri spietati: che fare, subire in silenzio, oppure adattarsi alle circostanze?Pubblicato nel 1938, "Il cavaliere della chimera" ci trasporta in una Venezia medievale, sospesa fra intrighi politici e superstizioni antichissime. Adrietta, strappata dal fratello adottivo Marco a un villaggio che accusava la madre di stregoneria, intraprende un’avventura straordinaria, che la farà diventare, sotto mentite spoglie, il famigerato cavaliere della chimera. Coinvolti nella congiura contro il doge Marino Faliero (1355), i due fratellastri ne vivranno di tutti i colori, sperimentando lotte, tradimenti e, immancabilmente, amori.Alfredo Pitta (1875-1952) nasce a Lucera, dove si interessa precocemente alla letteratura e al giornalismo. Dopo aver pubblicato le prime novelle sul Foglietto – rivista diretta dal fratello Gaetano – si trasferisce a Roma, per collaborare al Messaggero di Roma, e poi a Milano. Nel 1904 entra come impiegato al Ministero dei Lavori Pubblici, posizione a cui affiancherà un febbrile lavoro di traduzione per Sonzogno e Mondadori. Negli stessi anni inizia a pubblicare i primi romanzi, che spaziano dal giallo al cappa-e-spada. Autore fertile e ricco di fantasia, pubblicherà una quarantina di libri, fra cui il celebre "Santajusta" (1936), incentrato sulla storia duecentesca della sua Lucera. Fra i suoi molti lavori, si possono citare anche "Castelmalo" (1931), "Le tredici colonne" (1933) e "L’idolo di Rankanava" (1940).
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40,99 kr. "E dopo un momento entrò nella saletta colei il cui nome era divenuto in quei giorni sinonimo di bellezza e d’amore, la stupenda figlia minore del Granduca, Isabella dei Medici duchessa Orsini di Bracciano, che il padre aveva chiamata per vezzeggiativo, quand’era bambina, Goccia d’oro".In un XVI secolo vivido e crudele, animato da grandi amori e inconfessabili violenze, la giovane Isabella De’ Medici è maritata dal padre Cosimo al duca Paolo Giordano Orsini. Affidata da quest’ultimo al cugino Troilo, lei – che è la "Goccia d’oro" che dà il titolo al romanzo – dovrà sottostare a un controllo duro e apparentemente inevitabile. Proprio lei, Isabella, che è così vitale, condannata a un destino simile! Fra intrighi e scandali appassionanti, Alfredo Pitta ci immerge così nelle atmosfere irresistibili del Rinascimento, prendendo le mosse da fatti tanto tragici quanto realmente accaduti.Alfredo Pitta (1875-1952) nasce a Lucera, dove si interessa precocemente alla letteratura e al giornalismo. Dopo aver pubblicato le prime novelle sul Foglietto – rivista diretta dal fratello Gaetano – si trasferisce a Roma, per collaborare al Messaggero di Roma, e poi a Milano. Nel 1904 entra come impiegato al Ministero dei Lavori Pubblici, posizione a cui affiancherà un febbrile lavoro di traduzione per Sonzogno e Mondadori. Negli stessi anni inizia a pubblicare i primi romanzi, che spaziano dal giallo al cappa-e-spada. Autore fertile e ricco di fantasia, pubblicherà una quarantina di libri, fra cui il celebre "Santajusta" (1936), incentrato sulla storia duecentesca della sua Lucera. Fra i suoi molti lavori, si possono citare anche "Castelmalo" (1931), "Le tredici colonne" (1933) e "L’idolo di Rankanava" (1940).
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40,99 kr. "Vi narrerò tre fiabe questa sera, miei piccoli amici: tre fiabe che si svolgeranno in quel villaggio di Fata Regina che conoscete già, e che vi apriranno le liete porte della fantasia" ...Misteriosi omicidi e strane sparizioni mettono in allerta Scotland Yard. Per risalire ai moventi, ai mandanti e, più in generale, ai dettagli, dei molti bizzarri episodi che sono accaduti, ci vorrebbe un investigatore dall’acume straordinario... E chi, meglio di Enderton, l’arguto detective nato dalla fervida fantasia di Alfredo Pitta? In uno dei suoi romanzi più avvincenti, ambientato in una Londra cupa e gonfia di pericoli, scopriremo cosa si cela dietro a un apparentemente innocuo programma radiofonico, in cui una certa Alice Buckland intrattiene i piccoli ascoltatori con le sue fiabe zuccherose...Alfredo Pitta (1875-1952) nasce a Lucera, dove si interessa precocemente alla letteratura e al giornalismo. Dopo aver pubblicato le prime novelle sul Foglietto – rivista diretta dal fratello Gaetano – si trasferisce a Roma, per collaborare al Messaggero di Roma, e poi a Milano. Nel 1904 entra come impiegato al Ministero dei Lavori Pubblici, posizione a cui affiancherà un febbrile lavoro di traduzione per Sonzogno e Mondadori. Negli stessi anni inizia a pubblicare i primi romanzi, che spaziano dal giallo al cappa-e-spada. Autore fertile e ricco di fantasia, pubblicherà una quarantina di libri, fra cui il celebre "Santajusta" (1936), incentrato sulla storia duecentesca della sua Lucera. Fra i suoi molti lavori, si possono citare anche "Castelmalo" (1931), "Le tredici colonne" (1933) e "L’idolo di Rankanava" (1940).
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40,99 kr. "Vedete, mio caro Lambest, in ogni uomo dabbene vi sono i germi del male, in ogni malvagio i germi del bene [...] Ah, chi di noi può dire di non essere passato per le Porte del Male, sia pure col pensiero?".In questa nuova indagine del mitico detective Enderton – nato dalla penna del fantasioso Alfredo Pitta – tutto sembra essere sempre il contrario di tutto. Se non ci si può basare sulle apparenze, in effetti, su che cos’altro si dovrebbe fare affidamento? Tutto ha inizio quando il signor Muldave, preoccupato per lui e la moglie, decide di rivolgersi a Enderton e Lambest. La sua famiglia sembra correre un grave pericolo: negli ultimi giorni, infatti, la cassetta della posta di casa Muldave ha ricevuto più di una quarantina di missive anonime, stampate con un ingegnoso trucco da ragazzini, recanti messaggi del tenore di "Morirai" e "La vendetta è vicina". Comprensibile, quindi, la loro preoccupazione...Alfredo Pitta (1875-1952) nasce a Lucera, dove si interessa precocemente alla letteratura e al giornalismo. Dopo aver pubblicato le prime novelle sul Foglietto – rivista diretta dal fratello Gaetano – si trasferisce a Roma, per collaborare al Messaggero di Roma, e poi a Milano. Nel 1904 entra come impiegato al Ministero dei Lavori Pubblici, posizione a cui affiancherà un febbrile lavoro di traduzione per Sonzogno e Mondadori. Negli stessi anni inizia a pubblicare i primi romanzi, che spaziano dal giallo al cappa-e-spada. Autore fertile e ricco di fantasia, pubblicherà una quarantina di libri, fra cui il celebre "Santajusta" (1936), incentrato sulla storia duecentesca della sua Lucera. Fra i suoi molti lavori, si possono citare anche "Castelmalo" (1931), "Le tredici colonne" (1933) e "L’idolo di Rankanava" (1940).
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